“Più entri nel cuore delle cose più grandi diventano”: le prime medie in convivenza
Tra arte, scienza e natura per conoscersi e cominciare insieme a conoscere
La mia parte preferita della convivenza è stata proprio Ravenna con i mosaici, simili a noi, formati da tanti piccoli pezzi per fare qualcosa di bello. In particolare il mausoleo di Galla Placidia mi ha fatto capire la frase “Più entri nel cuore delle cose, più grandi diventano”. Queste chiese, costruite all’esterno in semplici mattoni, all’interno contengono un tesoro, come un corpo e la sua anima. Questa convivenza mi ha insegnato che dentro ciascuno di noi c’è qualcosa di bello. (Irene Calvo)
Il preside ci ha chiesto se vedevamo le stelle e abbiamo risposto di no, poi abbiamo spento i lampioni e “wow!”: era pieno di stelle, come se per magia fossero apparse un milione di perle d’oro e io sono rimasta a bocca aperta! Il preside ci ha detto che anche se le cose non le vediamo subito, se qualcuno di più grande dice che ci sono, dobbiamo fidarci. Il preside ci ha proposto di guardare il cielo per qualche minuto in silenzio. Io non avevo mai dato così tanta importanza alle stelle, invece, grazie al preside, mi sono accorta dello splendore che c’era da tempo sopra di me. Io ho scelto questo momento perché mi ha insegnato ad aprire gli occhi sulla realtà. Questa convivenza per me è stata un’occasione per conoscere le mie compagne e ho scoperto un lato dei professori che a scuola non si vedeva. Questa convivenza non la dimenticherò mai perché mi sono accorta che intorno a me ci sono tante cose: i compagni, i professori…e il cielo! (Sara Lesma)
Di questa convivenza mi sono rimaste le amicizie fatte, le avventure affrontate, ma specialmente la parte in cui i miei compagni hanno gridato il mio nome, ed è lì che ho capito il significato della convivenza: “Più entri nel cuore delle cose, più grandi diventano”. Devi conoscere le cose, le devi voler capire e non ti devi fermare mai alle apparenze perché il meglio viene dal dentro, dal cuore e questo vale anche per le persone. (Niccolò Gallizioli)
È stato proprio questo il mio momento preferito, perché ho capito che non basta stare a guardare per dire che una cosa ci piace o no, non è per questo che siamo stati creati, noi siamo stati fatti non solo per rimanere davanti a una cosa, ci siamo per vivere qualsiasi cosa, bella o brutta. Questo è anche il titolo della convivenza, che ci invita, anche se ci sembra di sapere già tutto, ad andare più a fondo, fino a scoprire di non aver capito nulla o magari di non saper proprio tutto di una certa cosa. (Benedetta Barbujani)
Il titolo della convivenza era “Più entri nel cuore delle cose, più grandi diventano”. Mi ha colpito questo titolo perché ci dà un’informazione sul come guardare le cose. Non bisogna guardare le cose come se fossero semplici, bisogna aprire il cuore anche davanti alle cose che non sono importanti. Il momento che mi è piaciuto di più è stato quando abbiamo fatto il giocone in spiaggia. […] Nella convivenza ho scoperto, come dice il titolo, di entrare nel cuore delle cose, anche di quelle più semplici, e di non scartarle come delle cose inutili. (Luigi Lamperti)
Il mio momento preferito è stato quando, dopo il gioco, si sono spente le luci e abbiamo guardato le stelle. Abbiamo visto il Piccolo Carro, la Cintura di Orione e perfino qualche stella cadente. È stato il momento più bello della convivenza perché vedere le stelle mi fa pensare di non essere solo nell’universo. Vedere le stelle per me è molto bello anche perché sembra che la mia vita migliori all’istante, tutti i problemi scivolano via come l’olio. (Kaleab Lazza)
Il Mausoleo di Galla Placidia da fuori sembrava piccolo e insignificante, ma appena siamo entrati ogni materiale era pregiato, c’erano mosaici a non finire, tutt’altra cosa rispetto all’apparenza, perché è proprio vero che “più entri nel cuore delle cose più grandi diventano”. Questo è ciò che ho imparato dalla convivenza: non giudicare mai dall’apparenza, ma farsi trascinare dalla curiosità e dalla voglia di conoscere. (Giordano Gregorini)
I mosaici erano enormi ed erano formati da tanti pezzi piccolissimi. Di questa cosa mi ha colpito l’amore che quegli uomini hanno messo nel costruirli e questo a me insegna che in tutte le cose c’è dell’amore e che bisogna metterlo in tutte le cose che uno fa. (Simone Cenzo)
Per me il titolo […] è molto significativo perché vuol dire che ogni cosa, per come la vediamo noi, ovvero velocemente e senza voglia, è inutile, priva di senso e basilare, ma se ci fermiamo e approfondiamo poi capiamo che quello che prima stavamo ignorando è diventato un grande sapere, che continuerà a crescere. Tra i bellissimi posti che abbiamo visitato, quello che mi ha stupito e interessato maggiormente è la Salina di Cervia: una storia di uomini che si tramanda da anni e anni. Sono stato sorpreso a vedere i metodi e i modi sia innovativi, come le pompe idriche che indirizzavano l’acqua nelle rispettive vasche salarie, ma anche quelli antichi (Federico Lorusso)
La convivenza mi ha fatto conoscere le mie compagne, ma soprattutto mi ha fatto conoscere quello che mi circonda. Il primo giorno ci hanno dato una dispensa con scritto all’inizio: “Più entri nel cuore delle cose più grandi diventano”. Questo titolo significa che più conosci le cose più grandi diventano, per esempio entri in una chiesa e pensi che sia bella, ma quando la conosci scopri che dietro ci può essere una storia o anche un mondo. La convivenza mi è servita per imparare ad osservare quello che mi circonda (Federica Chirico)
La cosa più bella è stata entrare nel mausoleo di Galla Placidia. All’esterno è tutto spoglio, ma poi quando entri è tutto blu, oro e verde con decorazioni bellissime e con tanti significati. Il prof. ci ha detto che è spoglio all’esterno perché rappresenta ciò che con la morte finisce, mentre all’interno è così decorato perché con la morte fiorisce l’anima (Letizia Lettieri)
Mi è piaciuto molto visitare la salina perché mi ha colpito che per avere il sale che abbiamo sulla tavola tutti i giorni ci vogliano tanti mesi e tante persone (Marta Vianello)