Scuola Primaria – Descrivere con arte
Sempre sulle orme di grandi maestri come Leonardo, Lewis, Corti, H. Esse, capaci di stupirsi di fronte a ciò che hanno davanti e di comunicarlo in modo efficace, i bambini di quarta stanno scoprendo il gusto di descrivere. In alcuni stralci dei loro testi si vede come iniziano a mettere in campo la loro apertura di sguardo, la loro sensibilità e il proprio bagaglio lessicale, che pian piano si arricchisce grazie al lavoro di lingua svolto in classe.
Immagino di entrare nel quadro e lo descrivo cercando di utilizzare tutti i miei sensi.
“Tutte le strade erano sepolte dalla neve. Mi fermai e sentii dei gemiti di sforzo. Dopo pochi minuti vidi una donna curva e affaticata che trasportava una cariola stracolma d’erba. Ad ogni passo si muoveva di pochi centimetri. Arrivò vicino a me e avvertii un’orrenda puzza di letame. L’erba verdeggiante che strabordava dalla cariola faceva un gran contrasto contro la neve bianca , un po’ azzurrata e violacea per via dell’ombra. …. Silenzio. C’era un freddo silenzio. Sentii un rumore simile a quello di un tuono, ma misteriosamente attutito, molto attutito. Forse era una valanga.”
“Era una giornata fredda e ventilata. Le nuvole scure della notte scivolavano via, come onde nel cielo bluastro del mattino. Era l’alba. Il sole stava salendo e il suo abbraccio caloroso si era posato su una città in mezzo alle montagne, candide come la panna. I mille colori festosi della città erano scomparsi e un mantello bianco si era posato su tutta la città. I laghi erano tutti ghiacciati, erano tutti grigiastri e riflettevano a malapena i pochi colori che c’erano in giro.”
“Avanzando leggermente noto che la neve non è più illuminata dal sole. C’è solamente l’ombra di un muretto stampata per terra, a parte qualche spiraglio dove la neve candida e bianca contrasta la neve coperta dalla lugubre ombra. … Apro il cancello e vedo altra neve a tonnellate. Affondo le mani nella neve. Con mio grande stupore, un tonfo attutito accompagna le mie mani, seguito dallo scricchiolio dei miei scarponi. La neve mi è penetrata nelle maniche per mezzo braccio, facendomi gelare i polsi.”
“Mi trovo in un paesaggio innevato e sto toccando la neve fresca e morbida sulla riva destra di un fiume. Vicino a me ci sono anche altre persone. La riva in cui mi trovo è lunghissima e stretta. Provo freddo, ma anche allegria perché è la prima volta che tocco e vedo la neve.”
“È mattino. Sto tornando in paese con un carico di fieno verde e profumato. Per aiutarmi a camminare uso il mio bastone da passeggio. La neve assomiglia a sottile sabbia dal colore azzurrino. Mi chino e la tocco. È gelida e fine. Oggi indosso il mio cappotto per sfuggire al freddo pungente dell’inverno. Mi dirigo verso case dai tetti spioventi ormai diventati bianchi. Dalla finestra aperta di una di esse esce un profumino d’arrosto appena cucinato e inizio a sentire l’acquolina in bocca, ma continuo per la mia strada.”
“Questa mattina sono scesa in piazza con i miei cagnolini, ma sono risalita subito in casa perché faceva freddissimo e c’era la neve. Riscesi con abiti più pesanti e iniziai a guardare la neve. Essa era bianchissima, chiara, proprio immacolata. Mi sono abbassata per toccarla ed era fredda e morbida, era una sensazione bellissima toccare la neve fresca e mi sono sentita felice e c’era dentro di me un certo sentimento di sollievo. Ad un certo punto mi sono sentita la padrona della piazza, libera di camminare a zig zag e di immergermi nella neve, ed essa si infilava nei calzini, e i miei cagnolini abbaiavano e correvano per la felicità.”
“Oggi ha nevicato, io sono corso fuori a giocare. Mia mamma mi ha detto che saremmo andati da uno zio che io non conoscevo che abita in campagna. Appena abbiamo raggiunto la sua casa, la prima cosa che ho notato è stata una specie di muretto composto da tanti legnetti disposti in orizzontale e sopra c’era tanta e pesante neve che quasi li spezzava. A sinistra si vedeva un cancelletto con appoggiata sopra una gazza, mentre a destra appena sotto il muretto c’era un recipiente. Appena dietro il muretto si notavano degli alberi completamente innevati, i rami più sottili si piegavano per l’abbondante neve.”
“Stavo facendo una passeggiata con la mia famiglia quando a un certo punto vidi un panorama pazzesco e allora sono corso a vedere. C’era un cancelletto con sopra una gazza che subito quando mi ha visto è volata via. Successivamente ho provato ad aprire il cancelletto ed era aperto, ho corso e la soffice e candida neve mi avvolgeva nel suo chiarore; alberi innevati che mi circondavano, correvo ovunque. Poi mia sorella mi ha fatto notare una casa, era praticamente solo neve. Spostandomi un po’ più in là ho provato a toccare la neve, era fredda, molto fredda, ghiacciata! Le dita sprofondavano!”
“Sullo sfondo posso adocchiare montagne rocciose tutte ricoperte di neve immacolata, odo un forte vento che attraversa la montagna e la vallata sottostante. Mi sento felice e libera, provo una strana sensazione, di felicità e curiosità. Le montagne sono immerse nel sole che mi dà una sensazione di calore. Le cime delle montagne sono arrotondate, ma si stagliano contro il cielo azzurrissimo senza neanche una nuvola. Si intravede solamente qualcosa che sembra una pennellata di bianco, scappata dalla mano di un pittore, che ha dato bellezza a questo meraviglioso paesaggio.”
“Sto camminando nella neve. La neve entra nel mio scarpone: è fredda, morbida e pian piano si scioglie bagnando il calzino. Davanti a me si estende una vasta distesa di neve. All’improvviso vedo due stampelle nella neve quasi immacolata. Mi avvicino e scorgo dietro una roccia ricoperta di neve un signore. È seduto e mi fissa come se volesse qualcosa da me.Mi sento un po’agitato: cosa voleva da me quel signore? Faccio qualche passo in avanti ma subito mi trovo all’ombra, è un’ombra scura, misteriosa e fredda. Guardo in alto e mi accorgo di essere sotto un pino enorme: ha grandi rami ricoperti di neve, ma il colore che prevale è il verde degli aghi.”
“Ecco che aprii la porta e vidi… tutto bianco, semplicemente bianco, feci un passo, la neve sembrava sabbia mobile, ad ogni passo sprofondavo nel candido manto che ricopriva tutta la città. Le barche approdate sul fiume Senna avevamo sul tetto uno strato di neve immacolata. Alzai la testa, aguzzai la vista e intravidi il ponte, si vedeva male, infatti c’era una sottile nebbiolina di un grigetto pallido.”
“Nel campo si notano i segni dell’aratro e guardando da più vicino scorgo delle piantine; e ho il presentimento che non sopravviveranno al rigido inverno. Il colore della neve sembra un bianco chiaro; più chiaro di quello che ricopre il terreno. Sullo sfondo intravedo casa mia, le siepi con sopra la neve davanti a due conifere; vedo il tetto spiovente della casa del mio vicino. Mentre guardo a destra scorgo le cime degli alberi. Il cielo invece è pieno d’uccelli e colmo di nuvole e mi viene in mente che forse potrebbe ancora nevicare.”
“È tarda sera sto tornando a casa dopo un lungo viaggio per prendere la legna e la trasporto su una slitta. In secondo piano c’è il mio paesino: le case hanno il tetto ricoperto di neve e sono fatte di legno e di pietre, le luci sono accese e brillanti. Sento un odore di polenta e funghi che mi mette fame, mi sento al calduccio pensandoci! Odo le campane suonare una bella melodia, dolce che mi rende molto felice e spensierata. Dietro al paese ci sono le montagne molto vecchie e lo capisco perchè hanno la punta arrotondata, sono piene di neve.”
“In terzo piano è presente una staccionata fatta di legno con un cancello d’ingresso rosso. Dietro ad essa c’è la mia casa. È di un rosso pomodoro e bianca, è grande e ha il tetto spiovente. La notte scorsa è scesa ha nevicato quindi tutto è ricoperto di neve. Le finestre della casa sono marroncino chiaro. Oltre i rami degli alberi si intravede la cittadina. Fa freddo, sento la neve infilarmi nelle scarpe. Sullo sfondo s’intravede il cielo limpido e sereno come non l’ho mai visto.”