Un insolito tour per Milano
I ragazzi di terza media sono stati protagonisti di un insolito tour per il centro di Milano, che aveva come obiettivo l’approfondimento dei percorsi di arte, grazie all’incontro con i grandi capolavori delle avanguardie del ‘900, e di scienze, alla scoperta dei diversi tipi di roccia che hanno contribuito nei secoli allo sviluppo urbanistico e architettonico della nostra città.
Il Museo del Novecento e l’incontro con le avanguardie
Prima tappa del tour milanese: il Museo del Novecento in piazza Duomo, per vedere “dal vivo” le opere più significative del secolo delle avanguardie.
Sotto la supervisione dell’insegnante di arte e tecnologia, ogni studente aveva preparato una sintetica scheda di un’opera o di un autore per esporla ai compagni: una vera e propria full immersion tra i grandi capolavori esposti al museo, testimonianze di quel fervore artistico che ha reso Milano protagonista dell’arte del XIX secolo: da Il quarto stato di Pellizza da Volpedo, all’evoluzione artistica di Umberto Boccioni, dalle provocazioni New Dada di Piero Manzoni fino all’arte concettuale di Lucio Fontana, dall’Action painting di Emilio Vedova alla Marylin di Andy Warhol, icona della Pop Art americana.
Il percorso di geologia urbana: milioni di anni intrappolati in una roccia
Dopo la visita al Museo, la mattinata è proseguita con un percorso di geologia urbana guidato dall’insegnante di scienze. Ecco il racconto dei ragazzi:
“Di quest’esperienza ci hanno colpito molti aspetti. Prima di tutto ci siamo accorte che, pur essendo passate numerose volte nelle vicinanze, osservando i palazzi o i monumenti è come se li avessimo riscoperti. Per esempio nessuno di noi aveva notato prima d’ora gli ammoniti, ossia dei molluschi ormai estinti, che compongono visibilmente il pavimento dei portici di Corso Vittorio Emanuele. Un’altra cosa che abbiamo imparato e che ci impressiona molto è che ogni singola roccia ha la sua storia che percorre milioni di anni: ogni piccola venatura, che a noi sembra banale, si è creata in tantissimo tempo. Ogni roccia è unica e diversa dalle altre, perché ha attraversato numerosi cambiamenti e anche un semplice cristallo può renderla irripetibile e preziosa. E noi oggi siamo capaci di capire questi processi di cui fino a poco tempo fa non avevamo idea. Inoltre possiamo dire che è come se le rocce ci legassero al passato: alcune rocce che noi oggi utilizziamo o osserviamo erano già state impiegate dai Romani, come la granodiorite, roccia intrusiva della famiglia del granito. Quest’esperienza ci è piaciuta molto e ci ha fatto capire che a volte guardiamo ciò che abbiamo davanti con superficialità, poiché tutto, come le rocce, nasconde un segreto affascinante da scoprire”.
Benedetta Zagra e Margherita Carabelli
“Mi sono accorta che la mia città è molto più ricca e bella di quanto pensassi. Vado spesso in centro e, pur essendo un’osservatrice curiosa, non avevo mai alzato o abbassato gli occhi a tal punto da scoprirne i particolari più inaspettati. Chi lo avrebbe mai detto che ogni edificio è formato da rocce diverse? Ho visto rocce di tutti i tipi, dalle magmatiche come il granito rosa, alle sedimentarie come il conglomerato, alle metamorfiche come la serpentinite che, con il suo incredibile verde, ci dice che si tratta di una roccia oceanica. Un’altra cosa che mi ha colpito è stato osservare una delle più particolari caratteristiche del Duomo: la birifrangenza, che rende il Duomo così luminoso. Questo accade proprio perché la calcite del marmo divide il raggio di luce in due, rendendo tutto più luminoso. Il Duomo, lo sappiamo, è fatto dal roseo marmo di Candoglia; quello che non sapevo è che il marmo deriva dal calcare, essendo una roccia metamorfica.”
Ludovica Bellopede
Come ha detto uno studente a un professore alla fine della giornata: “Prof, oggi non abbiamo visto cose sui libri, ma cose vere che sono tutte là fuori…”.