Dalla gomma alla comunicazione visiva: le terze medie alla Fondazione Pirelli
Per approfondire il lavoro di storia, arte, tecnologia e scienze, i ragazzi di terza media hanno da poco visitato la Fondazione Pirelli: un’eccellenza italiana non solo nel campo industriale, ma anche un’azienda illuminata che, grazie al suo legame con artisti e pubblicitari, ha fatto la storia della comunicazione visiva e della nostra città, e ha influenzato addirittura il tessuto urbano del quartiere in cui sorge.
“Adess ghe capissaremm on quaicoss: andemm a guardagh denter”: la storia della Pirelli dall’800 ad oggi
“Adesso andremo a capirci qualcosa: andremo a guardarci dentro”. Con questa frase dell’ingegner Luigi Emanueli, braccio destro di Giovanni Battista Pirelli, la Fondazione accoglie i visitatori all’interno dell’ex “fabbricato 143”, un tempo parte delle fabbriche milanesi Pirelli nel quartiere Bicocca, dove si conserva la documentazione sulla storia dell’impresa dal 1872 a oggi.
I ragazzi hanno ripercorso la storia dell’industria, partita dalla produzione di vari oggetti di gomma, che il fondatore aveva visto all’estero e che in Italia non veniva utilizzata: sovrascarpe, impermeabili, pavimenti – come quello utilizzato nella MM 1 – la gommapiuma ecc., per poi spostarsi sulla produzione di pneumatici diventando leader nel settore, ancora oggi fornitore esclusivo di Formula1.
La comunicazione visiva di Pirelli: il legame tra industria e arte
I ragazzi hanno poi visitato la sezione dell’Archivio Storico dedicata alla comunicazione nella storia di Pirelli, che testimonia l’intensa e proficua collaborazione dell’azienda con intellettuali, artisti, fotografi come Gabriele Basilico e Ugo Mulas, Bruno Munari e Bob Noorda.
I ragazzi, che nel percorso di arte di quest’anno affronteranno la grafica pubblicitaria, hanno osservato i bozzetti pubblicitari e le opere dell’archivio della Fondazione Pirelli per capire cosa rende efficace una pubblicità: modernità dell’immagine, ma anche chiarezza e univocità del contenuto – tanto che alcune pubblicità furono rifiutate dai proprietari perché “troppo moderne”- cosa vuol dire creare un logo o un brand book, cioè studiare tutta la comunicazione visiva del nome aziendale, ecc.
Osservando i bozzetti hanno anche capito che i primi pubblicitari erano pittori, perché la professione del pubblicitario non esisteva ancora.
L’influenza di Pirelli sul tessuto urbano: il quartiere Bicocca
Visitando gli spazi esterni della Fondazioni i ragazzi hanno poi osservato come la fabbrica Pirelli abbia “plasmato” l’urbanistica del quartiere in cui sorgeva, per facilitare e rendere bella la vita dei suoi dipendenti: l’asilo per i figli dei dipendenti nella bicocca degli Arcimboldi (edificio del 1400), un villaggio operaio con negozi anche alimentari, un campo da calcio e centro di allenamento sportivo da cui alcuni dipendenti sono partiti per prendere anche medaglie alle Olimpiadi. Tanto che l’architetto Vittorio Gregotti, costruendo l’Università Statale Milano Bicocca, ha voluto rivalutare ciò che era rimasto dell’antica fabbrica Pirelli rasa al suolo, come testimonia il blocco di uffici della moderna Pirelli che mantiene al centro l’antica torre di raffreddamento.