Il prof. Strippoli e la genetica di Jérôme Lejeune
Il 22 ottobre i ragazzi di terza media hanno partecipato ad un momento di approfondimento del percorso di scienze sulla genetica grazie all’ incontro con il Prof. Pierluigi Strippoli, ospite nella nostra scuola.
La lezione del Prof. Strippoli, professore e ricercatore di genetica presso l’Università di Bologna, è stata per i ragazzi una grande occasione per studiare la natura e le cause della Sindrome di Down, ma soprattutto per incontrare e conoscere da vicino la vita e il lavoro di ricerca di Jérôme Lejeune , che il Prof. Strippoli sta portando avanti con il suo studio sistematico della Sindrome di Down allo scopo di identificare nuove possibilità di cura per la disabilità intellettiva associata a questa forma di trisomia.
“Questo incontro mi è piaciuto moltissimo, per me è stato l’incontro più bello di questi tre anni. Mi ha interessato tantissimo perché ha spiegato delle cose che desideravo sapere e ci ha parlato di qualcosa che anche noi possiamo capire, ovvero la sindrome di Down. Parlava in un modo bellissimo che mi coinvolgeva come se stesse parlando proprio a me, e mentre ci spiegava sognavo di diventare una genetista e di lavorare con lui.” (Maria Chiara)
“A me sono sempre piaciuti gli incontri di scienze o di apprendimento sui problemi del mondo, ma questo mi ha cambiato, perché certo io conoscevo il problema cioè che le persone con la trisomia 21 sono più in difficoltà ma tuttavia ignoravo che la gente preferisse non far nascere quei bambini. Io trovo che la frase per cui Lejeune era stato tanto criticato sia una delle frasi più vere che sentirò nella vita: “la medicina ci sta tradendo”. Questa frase è vera perché tutti si preoccupano solo delle scoperte ma non di risolvere il problema. La cosa bella però è che questo non lo ha fermato e ha continuato a cercare una cura. ” (Federico)
“Durante la narrazione di Strippoli, sono stato personalmente molto preso da ciò, poiché conoscevo la sindrome di Down come malattia, ma non mi sono mai chiesto il perché fosse presente e da cosa si capiva. Grazie alla sua spiegazione mi è diventato tutto molto più chiaro al riguardo, e sono stato particolarmente colpito da come la scienza stia facendo e ha fatto grandi passi avanti per il trovamento di una cura tanto cercata. Un’altra cosa che mi ha attratto molto è stata la determinazione con cui Strippoli e molti altri scienziati stiano dando il massimo per aiutare, e in alcuni casi anche salvare delle persone che neanche conoscono. Perché trovando una cura non solo aiuterebbe i ragazzi e le ragazze che soffrono in questi giorni, ma anche tutti quelli che nasceranno in futuro. Questo incontro mi ha fatto riflettere molto e ringrazio la scuola che ha permesso me e i miei compagni di farlo.” (Riccardo)
“A me era sempre sembrato normale sapere che noi eravamo fatti in un certo modo, con un certo numero di cromosomi, con insomma una struttura ben definita; pensavo anche che noi avessimo il pieno controllo delle malattie, che quasi sempre erano curabili. Questa mia certezza si è definitivamente sgretolata dopo l’incontro di martedì; mi è sembrato impossibile che Lejeune avesse scoperto cosa causava una malattia sulla quale ci si era interrogati fino a quel momento, circa 60 anni fa, e fosse morto dimenticato da tutti, nel disprezzo. L’unico che non si era dimenticato di lui era stato Papa Giovanni Paolo II, che gli era sempre stato vicino, anche quando Lejeune era venuto a mancare; contro il volere di tutti era andato a pregare sulla sua tomba, facendo riscoprire al mondo chi era Jerome Lejeune. Nonostante questo l’unico che aveva raccolto le sue idee e che le sta portando avanti forse fino alla soluzione definitiva era Strippoli, che si era scomodato per venire fino a Milano, lui che detestava viaggiare. Per tutte queste cose mi rimarrà indelebilmente impresso l’incontro con Pierluigi Strippoli.” (Riccardo)