Scuola Secondaria di primo Grado- ALLA SCOPERTA DI NOI STESSI: Una passeggiata tra le guglie del paradiso
Siete mai arrivati vicino al Paradiso? Io sì!
Qualche giorno fa noi ragazzi di 2°B abbiamo fatto un’uscita al Duomo di Milano. Abbiamo avuto la fortuna di poterlo studiare quasi tutto in una mattinata e scoprire di più il significato della nostra e della sua esistenza. Il Duomo è una cattedrale che mi ha sempre rapito per la sua bellezza e maestosità, fin da quando ero piccola, e in più la cosa che mi attraeva e che mi attrae ancora adesso è che sulla sua guglia più alta è posta una statua della Madonnina che protegge Milano e che è fatta tutta d’oro. Spesso il Duomo viene visitato all’interno, ma molti non sanno che c’è la possibilità di visitare anche le sue terrazze. Noi quel giorno abbiamo fatto così ed è stata un’esperienza fantastica che consiglio a tutti. Il primo livello delle terrazze ci è sembrato come il Paradiso terrestre, caratterizzato dalle tante sculture rappresentanti fiori, frutti, piante, animali, il sole, la luna, le stelle, … Sulla scala che portava alla seconda terrazza sono stata colpita dalla presenza di sculture che raffiguravano oggetti quotidiani, come un pallone da basket, dei guantoni da boxe, pallina e racchetta da tennis, attrezzi da scalatore, perché è nella realtà che possiamo incontrare Dio e perché Cristo ha dato valore a tutta la vita quotidiana. C’erano anche sculture di rane, rose, simboli, anche una donna con un bambino. Salendo al secondo piano delle terrazze si poteva ammirare tutta Milano, era come essere su una nuvola e guardare tutto intorno. Sembrava veramente di essere in Paradiso!
Per me il Duomo è come una grande enciclopedia che racconta di tutti noi, della nostra storia, delle nostre capacità; è per questo che nel titolo del mio articolo dico “alla ricerca di noi stessi”, perché nel Duomo siamo racchiusi tutti noi. Pur non essendo perfetti, abbiamo la consapevolezza di essere figli di Dio, e di essere unici e ineguagliabili, perché è la nostra diversità che ci rende unici.
Spesso quando visito un luogo già visto ripetutamente penso di conoscerlo già, ma quel giorno ho scoperto di sbagliarmi; ho capito che nella vita c’è sempre qualcosa o qualcuno da cui imparare e che anche nelle piccole cose si nasconde un insegnamento, un tesoro creato apposta per noi!
Martina Sarno, 2B
746 pezzi unici proprio come noi
(…)Una volta arrivati sulle balconate, ci siamo soffermati su alcuni dettagli. Tutt’intorno a noi c’erano moltissime piccole sculture, tutte diverse, come le 746 faccine che ci sono lungo il perimetro del duomo, tutti pezzi unici, proprio come noi. Molte di queste sculture rappresentavano oggetti particolari per questo luogo, come una racchetta da tennis, una rana, degli scarponcini oppure dei volti, insomma tutte cose impensabili da trovare in una cattedrale. Essi volevano comunicare che in tutto quello che facciamo possiamo incontrare Dio se, solo, lo vogliamo. Abbiamo anche notato che i vari santi, ognuno sulla propria guglia, guardavano verso il basso come per proteggere il proprio popolo e per fungergli da esempio. Successivamente siamo saliti sulla scala che conduceva al vero e proprio tetto del duomo; qui, la prima cosa che abbiamo notato è stata la Madonnina alta ben 4 metri. Essa è collocata in una posizione particolare, ha lo sguardo rivolto verso l’alto e un braccio verso il basso proprio perché lei rappresenta il tramite tra noi e Dio. Poco dopo abbiamo osservato le numerose guglie che ci circondavano. Tutte erano molto particolareggiate e con una struttura elegante. Tra esse alcune erano decorate con carciofi, scimmiette, fiori di vario tipo, foglie,.. Su una guglia abbiamo anche osservato la rappresentazione dello scontro di pugilato di Primo Carnera, anch’essa molto dettagliata: sui lati si potevano osservare i vari round dello scontro, mentre in cima c’era la croce di Gesù. Questo accostamento può sembrare un po’ inusuale, ma ribadisce che Dio si può incontrare ovunque, anche nello sport. (…)
Matilde Pisani, 2B
Duomo: la storia di un grande popolo
(…) La prima pietra del duomo viene posta il 12 maggio del 1386 grazie a tre protagonisti: l’arcivescovo Antonio da Saluzzo, Gian Galeazzo Visconti e il popolo di Milano. Il popolo è quello che ha dato maggiormente il suo contributo, sia nel lavoro che nelle offerte. Gian Galeazzo, invece, decise di dare gratuitamente le cave di marmo appartenenti alla sua famiglia, quelle del marmo di Candoglia. A un certo punto Gian Galeazzo decise di non contribuire più al lavoro per la costruzione per il duomo. La costruzione però non si fermò, anzi nacque La fabbrica del duomo che ancora oggi è attiva.
Voi vi chiederete di certo il perché della decisione di Gian Galeazzo?
Lo sappiamo tutti che spesso quelli che vogliono essere o sono governatori cercano di mettersi in mostra.
Anche in questo caso è stato così. Gian Galeazzo intendeva condizionare in maniera troppo determinante il progetto della chiesa. Chiese di far mettere il suo stemma con il serpente che mangia un uomo dietro al presbiterio, sul finestrone absidale, ma essi misero lo stemma visconteo che rappresentava il sole, e che, messo in quel contesto con l’angelo da una parte e Maria dall’altra, sembrava volesse rappresentare Dio nella scena dell’Annunciazione. La parte che mi è piaciuta di più della storia che ci hanno raccontato sul duomo sono stati i racconti che parlano dei donatori del duomo. Quelle persone, molte delle quali erano davvero povere, avevano donato tutto quello che avevano per costruire il duomo! (…) Vi consiglio di andare a visitare il Duomo con una guida che sappia raccontarvi la sua storia.
Io ve ne ho dato solo un assaggio, credetemi, dovete cercare di dimenticare tutto quello che sapevate del duomo e aprire gli occhi e le orecchie per sentire quello che di nuovo vi verrà raccontato.
Teresa Masseroli, 2B
Una guglia per ogni Santo, una bici per ogni alunno
Mercoledì 27 settembre, in occasione della gita di convivenza di inizio anno delle classi seconde, ci siamo recati in visita del meraviglioso Duomo di Milano, a cui è seguito un giro in mountain bike ad Uboldo, in provincia di Varese.
Appena arrivati in piazza del Duomo, siamo stati subito accecati dalla bellezza e dalla grandezza della Cattedrale di Milano.
Abbiamo potuto ammirare la parte esterna del Duomo, la sua facciata e l’abside, e dopo 250 gradini circa siamo giunti in cima al Duomo. Durante la salita ci siamo soffermati ad osservare molti particolari e decori che ne adornano l’intera superficie. Mi ha molto impressionato la quantità di statue e di volti che si incontrano lungo la visita. Ci sono circa 123 guglie e su ogni guglia si trova un santo!
Dal terrazzo principale abbiamo visto Milano dall’alto in tutta la sua grandezza e varietà di costruzioni ed è stato sorprendente.
Dopo aver ammirato ogni particolare del Duomo, siamo scesi da quel paradiso e dopo un breve viaggio tra metropolitana e pullman siamo giunti ad Uboldo. Abbiamo pranzato e giocato nel parco del centro sportivo, successivamente ad ognuno di noi è stata data una bici e siamo stati divisi in due gruppi. Una volta saliti tutti in sella ci siamo addentrati nei boschi, seguendo alcuni percorsi, guidati dagli istruttori. Al rientro dal giro in bicicletta abbiamo fatto una gara cronometro in pista dove la velocità e la coordinazione sono state molto importanti per evitare ulteriori cadute che nell’arco del pomeriggio non sono mancate.
Unire arte, cultura, natura e sport ha reso questa gita, per quanto mi riguarda, molto affascinante.
Matteo Puglisi, 2B