Scuola Secondaria di primo grado – Binario 21
Binario 21, il binario fantasma. I ragazzi del coro dell’Accademia Ambrosiana hanno accompagnato le parole di Liliana Segre nel ricordo della Shoah
“ Martedì 30 gennaio 2018 siamo andate al Memoriale della Shoah di Milano, ad una conferenza organizzata dalla Comunità di Sant’Egidio e dalla Comunità Ebraica di Milano, in cui Liliana Segre ha portato la sua testimonianza di sopravvissuta allo sterminio e le sue parole sono state accompagnate dai nostri compagni che cantano nel coro dell’Accademia Ambrosiana.
La conferenza era stata organizzata proprio in quella giornata, a ridosso della “Giornata della memoria”, perché Liliana Segre era appena stata nominata senatrice a vita dal Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella.
Partì per Auschwitz il 30 gennaio del 1944 dalla Stazione Centrale di Milano.
Siamo entrate dal lato destro della stazione e sembrava di tornare in quegli anni, tutto è rimasto come era. Prima che iniziasse l’incontro abbiamo visitato un po’ il luogo in cui ci trovavamo. Dopo qualche minuto ci siamo avviate verso il Binario 21, quel “binario fantasma” a cui negli anni della Seconda Guerra Mondiale si accedeva tramite un sottopassaggio e sul quale molti Ebrei iniziarono a perdere la speranza di vivere una vita libera.
Alle 18 è iniziata la conferenza e hanno parlato un rappresentante della Comunità di Sant’Egidio che ha raccontato come oggi questa comunità aiuta chi è scappato dal proprio Paese per le ingiustizie e l’odio razziale. Dopo di lui ha parlato il capo Rabbino di Milano che ha voluto mettere in luce che l’antisemitismo esiste sin dai tempi dei Faraoni e che purtroppo il male si ripete nella storia. Poi un ragazzo di 22 anni, ospite della Comunità, ci ha raccontato la sua storia spiegandoci perché è scappato all’Africa per motivi politici.
Infine ha preso la parola Liliana Segre:
“60 anni fa la discriminazione razziale si è potuta diffondere a causa dell’INDIFFERENZA. Questo binario era un antro buio, Milano era indifferente, pochi erano i coraggiosi e furono tutti portati al macello. La parola INDIFFERENZA fu terribile allora, come lo è adesso: ancora ora c’è razzismo anche se era stato detto che quel periodo doveva essere cancellato. Subito dopo la guerra, con lo sterminio di oltre 6 milioni di persone l’indifferenza e l’odio non sono passati. Le persone venivano spinte e portate sui vagoni senza sapere dove venivano portate. Mi ricordo perfettamente le grida, fischi, i latrati dei cani tedeschi e le botte”. Lei ha voluto sottolineare che i veri TESTIMONI sono coloro che hanno varcato la soglia della camera a gas e sono morti, lei portava solo un testimonianza da sopravvissuta.
Alla fine del suo racconto siamo salite sul treno e lo abbiamo visitato: era tutto in legno, le finestre erano poche e non più grandi di quattro spanne. Non riusciamo neanche a pensare come si sentissero tutte quelle persone accalcate in uno spazio cosi piccolo.
È stata un’esperienza molto toccante sotto molti punti di vista e che consigliamo a tutti, soprattutto ai ragazzi della nostra età.”
Angelica Greco, Bianca Magri e Carlotta Palazzolo IIC
“Per l’incontro al memoriale della Shoah al binario 21 della stazione centrale di Milano, a me e ad altri ragazzi della Mandelli, insieme ad un gruppo di ragazzi del liceo Carducci, è stato chiesto di accompagnare l’evento con canti della tradizione ebraica. Per fare in modo di essere preparati in tutto e per tutto abbiamo iniziato a studiare quei canti un mese prima e per essere preparati anche sul luogo in cui saremmo andati è venuto a spiegarcelo brevemente un professore del liceo Carducci che è membro della Comunità di S. Egidio, organizzatrice dell’evento. Confesso che mi è stato parecchio difficile imparare tutti quei canti in lingua ebraica, e poi, dato che sapevamo che all’evento ci sarebbero state personalità della religione ebraica, come rabbino capo di Milano, avevo paura di sbagliare la pronuncia di qualche parola quindi ci siamo tutti concentrati al massimo e alla fine posso dire che ne è valsa proprio la pena e la stessa Liliana Segre, ospite d’onore dell’evento, ha insistito per rimanere ancora qualche minuto li al memoriale per parlare con noi, ringraziarci e salutarci. Il giorno dell’evento per fare le prove ci siamo recati al Memoriale della Shoah due ore prima e abbiamo avuto poi tempo per una visita al binario 21 vero e proprio. Quando poi l’evento è cominciato e la Segre ha fatto la sua testimonianza mi è rimasta impressa una cosa in particolare: il fatto che quando era bambina le faceva effetto vedere che per lei le porte della scuola erano chiuse; ma, quest’anno in particolare, le ha fatto effetto vedere per lei aperte le porte del senato.”
Riccardo Maleci II C