Una barca che anela al mare…e non lo teme. Le terze medie a Camogli
Da Camogli a Punta Chiappa tra poesia, disegno e fotografia
Le parole dei ragazzi: cosa è accaduto davanti al mare
Quando mi sono ritrovata da sola a scrivere una poesia, mi sono resa conto che all’inizio avevo paura, non sapevo cosa dire, da dove iniziare. Allora mi sono chiesta: “Perché ci hanno detto di stare da soli?” Mi sono risposta dicendomi che alcuni momenti puoi catturarli solo se li guardi più a fondo, con i tuoi occhi. Inizialmente non avevo l’ispirazione, poi, rimanendo zitta e cullata dal rumore delle onde, ho intuito che il mare che avevo davanti era ciò che mi serviva per scrivere. Anche se il mare è una cosa ormai, passatemi il termine, “banale”, ho capito che dentro racchiude un mondo. Allora ho iniziato a vederlo come una sorta di specchio per la mia vita. Ho iniziato a guardare con occhi più attenti ciò che mi circondava e ho scoperto di essere felice. (Sara Di Gregorio)
Arrivato il momento di scrivere la poesia, isolarmi è stata la cosa che più mi ha aiutato. Ascoltare il rumore del mare che si infrangeva sulle rocce mi ha trasmesso una pace bellissima. Il mare, gli alberi, Camogli in lontananza erano un bellissimo paesaggio, e poi è passato improvvisamente un gabbiano che mi ha distratto. Con le sue ali possenti sfrecciava nel cielo libero e spensierato, ed è stata proprio la libertà che quel gabbiano mi trasmetteva ad ispirarmi. (Anna Prestini)
Grazie alla fotografia si può imprigionare dentro un oggetto tutto ciò che si riesce a vedere, si cattura l’attimo giusto, l’attimo perfetto che non si potrà ricreare. Grazie a uno scatto puoi raccontare una storia che non capiterà mai più. (Tommaso Rusmini)
Il momento della scrittura della propria poesia è stato il più bello per me. Ero seduto su una roccia in alto, in modo da riuscire a vedere tutto; era stupendo, non sembrava reale, pareva un film. Il mare rifletteva la luce del sole poco prima del tramonto. Non mi è mai successo di scrivere davanti al mare, ma devo dire che farlo ti rilassa molto, perché senti l’odore del mare, il rumore delle onde e ciò è fantastico. Vorrei rivivere un momento così con la classe. (Filippo Rescali)
Spesso faccio fatica a scrivere e a trovare le parole giuste, ma in quel momento mi è venuta l’ispirazione e rileggendo ciò che avevo scritto mi sono resa conto che avevo parlato di cose profonde attraverso il mare. Ho scoperto me stessa confrontandomi con il mare. Ieri sono tornata a casa con questa domanda nel cuore: “Come mai mi sono sentita felice guardando il mare che è una cosa che spesso non considero?” (Cecilia Romagnoli)
Secondo me è stato molto bello girare per Camogli in cerca di qualcosa da fotografare, perché si potevano notare la vivacità degli abitanti o alcuni luoghi. Fare questo lavoro ci ha permesso di guardare con un occhio diverso, un occhio sempre in costante ricerca di qualcosa di interessante, di nascosto da fotografare. (Edoardo Calvo)
Tanti dicono che secondo loro è meglio la fotografia, perché immortala perfettamente il momento senza farsi sfuggire nessun dettaglio, inoltre è anche veloce, ma io preferisco riportare ciò che vedo su un foglio e disegnarlo. Lo preferisco perché in questo modo posso riportare solo quello che per me è importante, un gesto, un dettaglio di una cosa, un certo movimento del mare. (Martina Trotta)
Guardare il mare durante il lavoro di scrittura mi ha fatto riflettere molto su me stessa e su quello che per ora so di me. Sono felice perché ho provato a capire meglio chi sono e, come se potessi gridare al mare tutte le cose che mi preoccupano, mi sono rilassata. Durante il lavoro di fotografia invece mi sono sentita libera; potevo girare per la città e ammirare i momenti significativi per le persone e le cose insolite che ci circondavano. Mi si scaldava il cuore magari a vedere delle coppie tenersi per mano, una bimba che rideva felice con la mamma mentre davano il cibo ai piccioni, oppure una vecchietta che mangiava contenta il suo gelato. (Ilaria Smiriglia)
Con una fotografia immortali l’istante che mai avverrà nuovamente in tutta l’esistenza; se non verrà conservato, si perderà nelle tenebre dell’oblio. Rimanendo immobile di fronte alla vastità del mare, sono riuscito a isolare meglio alcuni aspetti del mio carattere per poi raccontarli nella poesia, forse uno degli scritti più sinceri di mio pugno. (Luigi Cafferini)